Minimal sì, minimal sì.
L’idea era di scrivere dei pro e dei contro dello stile minimalista, ma la verità è che ci sono molti pro e nessun contro.
“Less is more” non è solo una geniale comunicazione, ma è anche l’emblema di tutto quello che dagli anni ‘60 ad oggi non è più soltanto uno stile, ma è una necessità, un’evidenza.
Il mondo che ci circonda è un mondo frenetico, rumoroso, sporco, sempre alla ricerca del tempo che non si ha.
Lo stile minimal, invece, ci dà quello di cui abbiamo bisogno, tutto ciò che cerchiamo quando arriviamo a casa e ci togliamo le scarpe: silenzio, pulizia, quiete.
Tutto ciò che ci permette di riposare dagli stimoli costanti e incessanti che fanno di noi delle perfette raffigurazioni del XXI secolo lo ritroviamo nella grafica, nell’arte, nel design di interni ed esterni, nei social che utilizziamo tutti i giorni.
Il Marketing e la comunicazione di massa, negli ultimi anni, si sono dovuti adattare: nessuno si sofferma su delle forme complesse e intricate, nessuno legge dei testi troppo lunghi, tutti vogliono risparmiare tempo e andare dritti al punto.
La bellezza, il colore, la complessità hanno lasciato il posto a delle forme semplici, eleganti: ogni elemento ha una sua funzione e un suo scopo, il superfluo ha lasciato il posto al funzionale.
Dalle boccette dei profumi alle stories su Instagram, il nostro occhio è ormai abituato a cercare il messaggio senza soffermarsi su altri elementi poco utili e molto ingombranti.
Non parliamo così solo di ciò che è bello, ma parliamo di ciò che ci fa stare bene, di ciò che rende il nostro tempo del tempo ben speso, ben organizzato.
“Less is more”: poco è di più.
Fuori da noi cerchiamo quello che dentro di noi vorremmo.