Di recente lo spot del Parmigiano Reggiano ha creato polemiche e rumors sui social. Perché?
Nello spot pubblicitario viene ripreso un gruppo di ragazzi in gita in un’impresa casearia che produce il formaggio conosciuto da tutto il mondo come un baluardo di qualità e sapore genuino.
La scena si apre con un ragazzo che, sotto gli occhi attenti dei giovani in trasferta, lavora il formaggio con dedizione e amore. La frase incriminata è quella di colui che dovrebbe essere il capo di costui: “L’unico additivo è Renatino, che lavora qui da quando aveva 18 anni, tutti i giorni, 365 giorni l’anno”.
Nella scena successiva i ragazzi fanno i complimenti a Renatino e degustano il formaggio.
Ma qual è il problema? Che cosa ha scatenato la polemica?
Gli attacchi arrivati al marchio sui vari social non si contano: le parole utilizzate nello spot sarebbero un incoraggiamento allo sfruttamento sul lavoro, accettando una condizione lavorativa che prevede una completa dedizione all’impiego e zero ferie.
Insomma, una gaffe che i pubblicitari avrebbero potuto facilmente evitare utilizzando un’altra battuta ugualmente, e più, efficace.
Qualcuno si chiede, dopo aver guardato questi trenta secondi politicamente scorretti, se non siano stati condotti dei test preliminari e per quale motivo si sia deciso a cuor leggero di mandare in onda lo spot.
In realtà lo spot è inserito in una serie che è possibile seguire sul sito ufficiale del Parmigiano Reggiano e che andrebbe a mitigare il rovinoso capitompolo. Bisognerebbe contestualizzare, dunque.
Tuttavia, se da una parte l’opinione pubblica e i commentatori seriali potrebbero essere arginati appellandosi alle iperbole che nelle pubblicità sono così comuni, dall’altra ce lo si doveva aspettare: un tema così sensibile in un paese così attento a certe questioni avrebbe potuto essere trattato, forse, in una delicata sordina.
Insomma, formaggio fenomenale, ma strategia di marketing da rivedere.
Non vediamo l’ora di vedere la prossima puntata!